Homeschooling, una nuova moda o necessità?
Negli Stati Uniti si contano oltre due milioni di homeschooler, in Italia sono circa mille e cinquecento, con un numero sempre più crescente. Ma chi sono gli homeschooler? Sono i minori che non si avvalgono di un’istruzione né pubblica, né privata, bensì parentale. Per loro non suona una campanella, non hanno zaini pieni di libri e soprattutto non seguono programmi stabiliti e preimpostati dallo Stato. Cerchiamo di capire tutti i pro ed i contro di chi sceglie questo metodo di studio, l’homeschooling, per valutare se si tratta effettivamente di una svolta per i nostri bambini o solo una nuova moda dei genitori anticonformisti.
Homeschooling, una nuova moda o necessità?
Chi sceglie l’homeschooling, decide di formare i propri figli tra le mura domestiche. I docenti sono proprio i genitori che insegneranno al proprio figlio di leggere e scrivere in base ai tempi richiesti dal bambino. Ma non solo, in Canada, ad esempio, alle famiglie che formano i figli in casa, sono garantiti il supporto di un consulente e mille euro di contributi l’anno per ciascun minore. Inoltre, i genitori sono convenzionati con musei, mostre, teatri, progetti e personale formato per la didattica. Esistono tre tipologie di homeschooling:
- L’educazione domiciliare da parte dei genitori che impartiscono ai loro figli l’istruzione.
- Le scuole parentali in cui si uniscono cooperative di famiglie per educare, senza formare scuole paritarie.
- L’istruzione attraverso il web.
In Italia sono lecite tutte e tre le possibilità. Questo perché non è la scuola ad essere un obbligo, ma l’istruzione. Infatti, uno studente italiano può svolgere l’intero percorso di studi, fino all’università, senza mai mettere piede in un’aula scolastica. Le autorità scolastiche della scuola in cui i ragazzi dovrebbero essere iscritti, hanno comunque il compito di vigilare sull’effettiva formazione dei bambini, che dovranno sostenere un esame annuale.
Quali sono i vantaggi dell’homeschooling?
Sono diverse le motivazioni per cui si sceglie di istruire i propri fogli tra le mura domestiche. C’è chi lo fa per ragioni logistiche, chi per motivi di salute dello studente, chi invece per motivi di sfiducia verso la scuola tradizionale, ritenuta colpevole di sacrificare le esigenze dei bambini per seguire un’offerta formativa impostata dai programmi ministeriali. I vantaggi sono:
- Valorizzare i talenti di ogni singolo individuo, rispettando i tempi di apprendimento,
- Gestire le giornate in modo libero,
- Eliminare i fattori di stress che possono bloccare l’apprendimento, quali i ritmi forzati dettati dal programma,
- Assecondare la naturale curiosità del bambino insegnandogli ad imparare non per ottenere un buon voto, ma per il gusto di farlo,
- Proteggere il proprio bambino dal bullismo, fenomeno presente nella maggior parte delle scuole.
Ma quali sono i contro?
Oltre alle difficoltà burocratiche, vi è anche la contrarietà della maggioranza dei pedagoghi per questo tipo di istruzione per diversi motivi:
- Innanzitutto, la principale difficoltà dell’homeschooling è costituita dall’aspetto pratico dell’organizzazione familiare, perché seguire l’istruzione dei propri figli è un vero e proprio lavoro a tempo pieno.
- I bambini subiscono un vero e proprio isolamento dai loro coetanei,
- Il rischio maggiore è di crescere bambini incapaci di far fronte a situazioni di stress, autocentrati e chiusi al mondo,
- Viene a mancare il gruppo-classe, che ha un valore educativo fondamentale. La condivisione di uno stesso percorso tra bambini non è riproducibile tra le mura domestiche.
Seppur l’homeschooling sembra prendere sempre più piede in Italia, non dimentichiamo che l’istruzione principale per i nostri bambini è quella emotiva. Evitiamo di crescere figli anti-sociali con possibili problemi di inserimento in gruppi di amici e, in futuro, nei contesti lavorativi.
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