Cutting, autolesionismo degli adolescenti. Nuova moda o richiesta di ascolto?
Il Cutting è una pratica di autolesionismo giovanile, non proprio recente, ma sempre più utilizzata dalle nuove generazioni di adolescenti. Attraverso diverse interviste rilasciate da giovanissimi, principalmente femmine, è stato possibile capire realmente il loro stato d’animo.
“Quando esce il sangue sulla pelle brucia, ma dentro, nel cuore, arriva la tranquillità“. Dietro queste forti parole non c’è soltanto la voglia di correre dietro ad una moda tra coetanei. Ma c’è una seria difficoltà nell’esprimere il proprio stato emotivo, nel risolvere i propri problemi, nel richiedere un aiuto a chi di dovere. Non solo, attraverso la pratica del Cutting, un adolescente cerca di attirare le attenzioni dei propri familiari, una vera e propria richiesta di ascolto.
Cerchiamo di capire le cause che possono portare a praticare autolesionismo e capiamo in che modo noi genitori possiamo affrontare questa problematica, sempre più comune tra gli adolescenti.
C’è chi usa lamette, chi vetri, chi addirittura lattine usate per procurarsi tagli sulle braccia o sulle gambe, quotidianamente. Singolarmente o come pratica di gruppo. Il motivo? Semplicemente perché questo gesto li fa stare bene. Questa è la nuova moda tra i giovanissimi, tra i 12 e i 16 anni principalmente femmine. Il fenomeno non è recente, ma è talmente in evoluzione che si parla di una nuova moda di autolesionismo.
Come spiega lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, fondatore del gruppo “Minotauro”:”Il coltello che scava nella pelle, la vista del sangue, il batuffolo d’ovatta che si macchia, la ferita che diventerà una cicatrice e dunque un trofeo. Può essere la rabbia contro un’ingiustizia subita, un rifiuto amoroso, un fallimento a scuola: si volge il coltello contro se stessi quando ci si sente impotenti di fronte ad un dolore, un sopruso, una delusione. Attenzione però: anche se i ragazzi fanno di tutto per nascondere quei segni coprendoli con i pantaloni, sotto le maniche lunghe, l’autolesionismo è un gesto contro di sé che vuole parlare agli altri. Un grido d’aiuto insomma”.
Sono proprio gli psicologi che hanno i centri di ascolto nelle scuole ad aver lanciato l’allarme sulla diffusione “epidemica” del Cutting e della sua replicazione virale attraverso ogni tipo di social.
Il Cutting serve come mezzo per comunicare la propria sofferenza emotiva, senza dover parlare e spiegare le problematiche. I dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza, oltre a confermare l’aumento drastico dei casi in Italia, affermano che:
Le principali cause dell’autolesionismo sono:
La figura del genitore deve essere sempre presente nella vita del proprio figlio. In maniera costante nei primi anni di età, ma nel momento il cui il proprio figlio è adolescente non significa che non sente più il bisogno della nostra presenza. Anzi, bisogna esserci, anche in maniera implicita, silenziosamente, come custodi ed esperti delle loro emozioni difficili.
E’ importante anche accompagnare il proprio figlio alla scoperta e alla conoscenza del proprio corpo in evoluzione, insegnando l’accettazione dei cambiamenti.
Infine, il genitore deve avere la funzione rassicurante, calmante e contenitiva, sia costruita nel tempo, che mantenuta in età adolescenziale del figlio.
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